Certificazione di impianti di messa a terra: le informazioni principali

Un impianto elettrico è costituito da diversi componenti e materiali: le prese e gli interruttori, i cavi contenenti l’elemento conduttore, cioè il rame o l’alluminio, il rivestimento dei cavi fatto in materiale isolante come il pvc o il polietilene e infine l’impianto di messa a terra.

L’impianto può essere di tipo civile oppure industriale:

  • Il primo deve rispondere alle esigenze di illuminazione delle stanze e alimentazione degli elettrodomestici;
  • Il secondo deve gestire una situazione molto più complessa, in quanto deve fornire energia elettrica a macchinari più grandi aventi un’esigenza di energia maggiore rispetto agli elettrodomestici casalinghi.

Perché richiedere la certificazione di messa a terra?

Essere in possesso di questa attestazione è sinonimo di impianto elettrico conforme alla normativa vigente.

Questo è importante, oltre che per la doverosa osservazione delle regole, per avere sicurezza nelle stanze interessate da tale impianto, sia che si tratti di un’abitazione privata sia che si tratti di un impianto all’interno di un’azienda, un’attività commerciale, un ospedale etc.

Avere l’impianto di messa a terra a norma significa che sono state effettuate delle apposite verifiche che hanno decretato la conformità dell’impianto alla normativa vigente in questo ambito (D.Lgs. n. 81/2008, Decreto ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008, norma CEI 64-8/4).

Come funziona e in che cosa si incorre per inadempienza

Le fasi di verifica dell’impianto elettrico a seguito delle quali, se superate positivamente, viene rilasciata la certificazione di impianto di messa a terra, sono le seguenti:

  • un addetto qualificato provvede innanzitutto a controllare che ci sia tutta la documentazione per la parte diciamo burocratica. Tale documentazione consiste nel disegno ovvero nel progetto dell’impianto in questione, nella dichiarazione di conformità, nelle comunicazioni che vanno effettuate all’Inail e all’Asl, nell’esistenza di un aggiornato manuale di manutenzione;
  • il secondo step è la verifica strumentale che consiste nella misurazione della resistenza di terra e dell’efficienza dei conduttori di protezione (che sono i cavi ricoperti come già detto in pvc) e nella verifica dei dispositivi di interruzione automatica (il cosiddetto salvavita).

Se il tecnico ha riscontrato che sono stati rispettati tutti questi parametri, viene rilasciata la certificazione.

In caso contrario, la sanzione che si dovrà pagare oscilla tra i 500 e i 1.800 euro a seconda della gravità dell’inadempienza, oltre naturalmente ai costi per apportare all’impianto le modifiche necessarie a renderlo idoneo.

I soggetti preposti al rilascio della certificazione

Spetta all’esecutore dei lavori, quindi all’installatore dell’impianto, rilasciare la certificazione di conformità dello stesso.

Compilando e firmando questa certificazione il professionista si assume la responsabilità di quanto dichiarato e quindi dello stato di sicurezza dell’impianto realizzato nell’interesse del cliente che ha diritto a ricevere la garanzia di un impianto efficiente e sicuro, proprio come regolamentato dal D.Lgs. 81/2008, Decreto ministeriale 37 del 2008.

Conclusione sulla certificazione di messa a terra

Abbiamo compreso quindi l’importanza di affidarsi a professionisti seri per la realizzazione del nostro impianto elettrico, tanto a casa come in ufficio.

Purtroppo non è sempre scontato, però il committente dell’impianto ha diritto a ricevere un lavoro eseguito nel rispetto della normativa.

Possiamo rivolgerci ad aziende appositamente autorizzate ad eseguire questo genere di controlli. Non tutte sono abilitate per verificare e certificare l’impianto di messa a terra.

Ottenere certificazione ISO significa che l’impianto verificato possiede standard di qualità e sicurezza molto alti.

Fonte delle informazioni: https://www.gdmsanita.it/certificazione-impianto-messa-a-terra.php